Skip to main content
0
 

La tradizione italiana


Il caviale è, nella percezione comune, un prodotto esclusivamente di origine russa o iraniana: la storia però racconta ben altro, perché il caviale è una storia anche italiana. “Le uova estratte dallo storione che, condite, chiamano caviale” (Ova Stirionis Conditum Quod Caviare Vocant): la frase, risalente al 1471, è dell’umanista Bartolomeo Sacchi detto Platina.

Le prime testimonianze


Una delle prime testimonianze risale al 1570, un menù interamente a base di caviale e storione realizzato da Bartolomeo Scappi (cuoco privato di Papa Pio V). Altre testimonianze di altri grandi maestri della cucina italiana del passato, quali Cristoforo da Messisbugo (1557) e Bartolomeo Stefani (1663), hanno contribuito in modo determinante a tramandare le ricette e i segreti artigianali italiani della produzione del caviale.

Le prime testimonianze


Una delle prime testimonianze risale al 1570, un menù interamente a base di caviale realizzato da Bartolomeo Scappi (cuoco privato di Papa Pio V). Altre testimonianze di altri grandi maestri della cucina italiana del passato, quali Cristoforo da Messisbugo (1557) e Bartolomeo Stefani (1663), hanno contribuito in modo determinante a tramandare le ricette e i segreti artigianali italiani della produzione del caviale.

Nell’arte


Anche la pittura del ‘500 narra la presenza dello storione in Italia: nel quadro “Pescivendoli” esposto alla Pinacoteca di Brera a Milano del pittore cremonese Vincenzo Campi, si nota in primo piano uno dei tre storioni autoctoni italiani. Leggenda vuole che il genio rinascimentale di Leonardo Da Vinci, vedendo uno storione del Ticino, ebbe l’idea di donare le sue preziose uova racchiuse in uno scrigno incastonato di pietre e gemme a Beatrice d’Este, durante il suo banchetto nuziale con Ludovico Sforza detto il Moro.